L’Iniziativa

L’iniziativa SOS Planet è stata lanciata nel gennaio 2020 dalla Fondazione Ambiente Milano e da Amedeo Clavarino (Fondatore). E’ adesso confluita nella nuova “Fondazione SOS Planet” avente sede in Svizzera.

Perché abbiamo lanciato l’iniziativa SOS Planet?

Premessa

Per scongiurare conseguenze catastrofiche per l’umanità dovute al cambiamento climatico, i più importanti Paesi del mondo nel 2015 hanno firmato l’Accordo di Parigi con cui si sono impegnati a contenere nel lungo periodo l’aumento della temperatura media globale a 1.5°C (massimo 2°C) rispetto ai livelli preindustriali.

Questi impegni finora non si sono tramutati in azioni. La temperatura media globale è, infatti, già salita di 1.2°C rispetto all’era preindustriale e, se il trend di crescita dell’ultimo decennio (0.25°C) continuasse inalterato, nel 2100 avremo temperature medie superiori a 3°C, cioè più del doppio degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Tuttavia, tutti i principali leader mondiali hanno oggi sostituito tale obiettivo (1.5°C) con quello del raggiungimento della net CO2 neutrality nel 2050 che, se qualche anno fa sembrava coerente con l’obiettivo del non superamento dei 1.5°C in più rispetto alle temperature medie preindustriali, oggi non lo è più.

Anche se fosse vero che per contenere un aumento delle temperature globali entro 1.5°C in più rispetto a quelle preindustriali a livello globale bisognerebbe diventare net CO2 neutral non oltre il 2050 (e non 2030 come dichiarato da Scientists Warning Europe), dato che la Cina (per emissioni pesa circa il 30% del totale) si è impegnata a raggiungere la net CO2 neutrality solo entro il 2060 mentre i Paesi produttori di petrolio e gas (pesano per circa il 13% del totale), India, Messico, Brasile, Turchia, Sud Africa, Argentina, Kazakistan, Pakistan, Filippine, Vietnam ed Indonesia (pesano insieme circa il 17%) non avendo preso impegni potrebbero diventare net CO2 neutral entro il 2070 o più tardi e, quindi, complessivamente si possa prevedere che i Paesi che attualmente emettono il 60% delle emissioni diventino net CO2 neutral mediamente solo entro del 2065, gli altri Paesi che ad oggi emettono il 40% delle emissioni (tra cui USA, Europa, Giappone, Corea del Sud e Canada che complessivamente emettono circa il 33% dei gas serra totali) dovrebbero diventare net CO2 neutral entro il 2030.

Quasi nessuno è al corrente della vera dimensione delle emissioni naturali di gas naturale (che ha un effetto serra 100 volte più forte della CO2) che sono e saranno causate dallo scioglimento del permafrost per l’aumento delle temperature già avvenuto.

Nonostante l’IPCC e tutti i firmatari dell’accordo di Parigi siano al corrente della necessità di rimuovere gigantesche quantità di CO2 presente (e futura perché continuerà ad aumentare nei prossimi anni) nell’atmosfera per evitare il superamento del 1.5°C, nessuno è al corrente del costo di tale rimozione e di come attuarla specie se l’obiettivo fosse di tornare al livello di 350 ppm di CO2 eq entro il 2100 che implicherebbe la rimozione di circa 1500 Gigatons (o di circa 190 ppm) di CO2 (come raccomandato da Dave King e da Scientists Warning Europe). 

Per approfondire i motivi che ci hanno spinto a promuovere l’iniziativa SOS Planet, ti invitiamo a leggere il nostro articolo pubblicato su l’HuffPost lo scorso dicembre.

I nostri Obiettivi

Pur essendo consapevoli che anticipare al 2030 il raggiungimento della net CO2 neutrality anche solo per i Paesi menzionati sopra e rappresentanti solo circa il 33% delle emissioni globali (USA, Europa, Giappone, Corea del Sud e Canada) sia un obiettivo molto ambizioso dal punto di vista tecnico, economico e politico, secondo noi vale la pena comunicare ai cittadini e ai politici (a livello nazionale, europeo e globale) cosa dice la scienza e cioè quali potrebbero essere i rischi climatici se non anticipassimo la data del 2050 al 2030 (almeno a livello dei Paesi citati sopra) e non accelerassimo quindi il processo di decarbonizzazione (a partire dai piccoli sacrifici a livello personale – il Covid ci ha insegnato molto!).

Alla luce degli sforzi a cui abbiamo assistito per combattere il Covid 19 (di gran lunga superiori a quelli necessari per diventare CO2 neutrali entro il 2030) vogliamo dimostrare che diventare net CO2 neutrali entro il 2030 sia un obiettivo raggiungibile e, soprattutto, che da subito si possa fare molto più del quasi nulla che si sta facendo attualmente a partire dall’utilizzo del “carbon offsetting” nel modo più esteso possibile sia a livello volontario sia attraverso l’imposizione di una carbon tax.

Infatti, in base ad alcune stime effettuate a livello europeo, è emerso che diventare CO2 neutral immediatamente costerebbe meno dell’1% del PIL (che potrebbe essere raccolto con una carbon tax su tutti i beni e servizi) che, per fronteggiare una crisi così importante (come quella climatica), non ci sembra davvero troppo oneroso o irrealistico perché corrisponderebbe a circa 10 euro a persona al mese. Con l’aiuto di LifeGate, società leader nel carbon offsetting (ha trasformato in CO2 neutral anche il Maloja Palace già dal 2020), vorremmo inserire i dettagli per pagare questi 10 euro nella bozza dell’appello che desideriamo pubblicare entro la fine di giugno 2021.

Società operanti nell’industria petrolifera e del trasporto ferroviario potrebbero, ad esempio, inserire immediatamente nei loro distributori di carburanti o di biglietti la possibilità di pagare la percentuale per “carbon offsettare” il pieno di carburante o il viaggio in treno.

Il nostro Piano d’Azione

Primo step – Ottenere ampio consenso scientifico

Ottenere ampio consenso scientifico sulla necessità per il mondo di diventare net carbon neutral entro il 2030 al fine di scongiurare l’irreversibilità del cambiamento climatico Basi Scientifiche

Su questo tema stiamo collaborando con Scientists Warning Europe (SWE). A breve verrà pubblicato da SWE un “2030 Statement” proprio su questo che sarà firmato da almeno una ventina di scienziati.

Per supportare quanto sia realistico ed opportuno raggiungere la net carbon neutrality entro il 2030 da un punto di vista economico, incoraggiamo studi che valutino i risparmi di costi e i benefici che si otterrebbero (in termini di salute, riduzione dell’inquinamento atmosferico etc.) dal trasformare i singoli paesi/città carbon neutral entro il 2030 invece che 2050. A questo proposito, abbiamo attivato contatti con BCG, l’Università Bocconi e LifeGate.

Lo studio effettuato da McKinsey – con target 2050 – evidenzia come l’Unione Europea potrebbe raggiungere la neutralità climatica a costo zero bilanciando i costi con i benefici. Noi siamo certi che lo stesso principio valga ancor più per il 2030.

Secondo step – Sondaggi d’Opinione

Al fine di capire se i cittadini del mondo sono favorevoli ad abbandonare i combustibili fossili entro il 2030 e all’introduzione di una tassa sulle emissioni, in parallelo con l’Università St Gallen, tra gennaio e luglio 2020 abbiamo commissionato a Eumetra Mannheimer e YouGov sondaggi d’opinione in 10 tra i più importanti Paesi europei e del mondo da cui è emerso che circa i 2/3 dei cittadini è favorevole Riassunto Sondaggi

Risultati dei sondaggi d’opinione per paese:

1 Precedente sondaggio (2019); 2 Precedente sondaggio (2019); 3 In Svizzera il sondaggio è stato condotto dall’Università di San Gallo. Questo sondaggio è parte di una serie di sondaggi che l’Università di San Gallo effettua dal 2011.

Altri sondaggi rilevanti

Terzo step – Appelli e creazione di una Community di persone e città CO2 neutrali

Pubblicare e comunicare sui principali social media appelli sia ai governi e ai legislatori, anche a livello locale, affinché adottino leggi/policies volte a decarbonizzare i rispettivi paesi/città entro il 2030 (come ad esempio Basilea; Copenhagen sarà carbon neutral nel 2025 e Helsinki nel 2035) sulla base dell’ampio consenso scientifico e popolare, sia alle aziende e ai cittadini affinché riducano le emissioni ed effettuino il carbon offset delle emissioni residue. Questi appelli dovranno essere appoggiati/sottoscritti da società, organizzazioni e istituzioni.

Vogliamo in questo modo creare una community sempre più numerosa di categorie professionali, persone – con l’obiettivo di raggiungere le 100.000 persone entro i prossimi 5 anni – e città CO2 neutrali.

Incominceremo con un ‘area test’ in un comune italiano suggerendo al sindaco di esortare i cittadini, tramite una campagna di comunicazione, a diventare carbon neutral immediatamente. Al momento siamo in contatto con i rappresentanti della città di Genova. Se il progetto avrà successo, lo proporremo ad altri comuni Italiani ed esteri.

In parallelo, stiamo collaborando con una società di consulenza italiana a un progetto che mira a promuovere con le società di telecomunicazioni mobili italiane una campagna di raccolta fondi da destinare alla compensazione (volontaria) delle emissioni di CO2 dei donatori. Inizieremo con un “flagship case” in una piccola città o comune italiano per poi espandere il progetto a tutta l’Italia e in altri paesi.

Quarto step – Iniziative popolari

Promuovere iniziative popolari, petizioni etc. affinché vengano adottate leggi/policies idonee a trasformare i paesi net carbon neutral entro il 2030 laddove ciò è possibile (i.e. in Svizzera).

Scientists Warning Europe ha inviato due lettere aperte firmate da scienziati di tutto il mondo (tra cui anche due Italiani il Prof. Stefano Tibaldi e il Dott. Luca Mercalli) – la prima al Primo Ministro UK Boris Johnson e la seconda a entrambi i Primi Ministri dell’Italia e del Regno Unito – esortando l’adozione di un net-zero target al 2030.

Segnaliamo infine questa petizione alla Commissione Europea www.stopglobalwarming.eu che si pone l’obiettivo di introdurre un prezzo sulle emissioni di CO2 per combattere i cambiamenti climatici.